la pittura di Caiaferri
di Andrea Cassone
architetto, paesaggista, titola re di CSA-Classica
di Andrea Cassone
architetto, paesaggista, titola re di CSA-Classica
La pittura di Caiaferri (nome d’arte di Claudia Roncari) che qui si presenta in una retrospettiva completa è un esempio particolarmente significativo dell’integrità di un percorso artistico nell’arte figurativa, in un periodo in cui, invece, l’unitarietà del processo creativo è andata frammentandosi in parti e in funzioni alcune delle quali considerate estraniabili dal magistero dell’autore.
Ciò che colpisce nell’arte di Caiaferri è l’armonia compositiva e cromatica. Le sue opere, siano paesaggi, figure o corpi, rivelano sempre una sicura capacità di comporre gli aspetti del reale , spesso discordanti fra di loro, sia per qualità che per forma, in quadri equilibrati che tradiscono, comunicano l’esigenza e la capacità interiore di contemperare gli analoghi stati psicologici della propria personalità, risolvendoli in unità. L’asciutta serenità che promana dalle opere di Caiaferri si rivela essere il punto di approdo di un itinerario di perfezionamento interiore ed esteriore di cui la pittura è stato ed è il medium prediletto.
La ricerca dell’armonia richiede per essere effettivamente tale, su tutti i piani dell’essere, una corrispondente capacità di padroneggiare compiutamente l’unitarietà del percorso artistico di cui si è detto. Ogni percorso di realizzazione tradizionale – e la pittura è stata sicuramente uno di essi – richiede la completezza dell’itinerario proprio a quel determinato percorso, a quella determinata arte.
La pittura ha sempre previsto l’esercizio della rappresentazione dal vero come primo passo verso l’opera. La fedeltà a tale prassi è un sicuro segno – alla stregua di una cartina di tornasole – dell’integrità e del valore di un’esperienza artistica.
Caiaferri ha lavorato sempre a partire dal vero: nella pratica della pittura di paesaggio, partendo con la propria attrezzatura per la campagna (la campagna lombarda a Ovest di Milano, le campagne interne alle coste marine, le colline appenniniche), per il lago (intorno all’amata Cannobbio), per la campagna e, più raramente, per la montagna; nella pratica del ritratto e della figura con soggetti e modelli, familiari e non.
Tutta l’importanza del lavoro dal vero si manifesta principalmente nella scelta dei soggetti, nella qualità della rappresentazione.
E’ qui che l’asciuttezza di Caiaferri – tratto notevolissimo della sua pittura – può esercitarsi al meglio fin dalla scelta delle scene da rappresentare: campagne in via di urbanizzazione, scorci rurali, attrezzature e impianti del lavoro, sopravvivenze di antichi borghi e molto altro ancora. Tale scelta qualitativa è possibile solo con l’esperienza di campagna, con la «cinematica» della ricerca del punto di vista, con l’essere «dentro» la scena, nella luce della realtà. Ogni mediazione (per esempio l’uso della macchina fotografica) qui sarebbe stata sempre una perdita.
Alla pratica dal vero Caiaferri unisce capacità e rapidità compositive, eccezionali per sicurezza e coerenza. La pittura di Caiaferri appare semplice a chi la guardi distrattamente; è una sua qualità e tuttavia si tratta di una semplicità raffinata, del distillato di un lavoro di scelta immediata e di costruzione per linee portanti, armoniche, dell’opera. Tale qualità è sicuramente una di quelle che è impossibile acquisire con un mero apprendistato, appartiene invece al patrimonio innato dell’artista, che mediante l’esercizio della sua disciplina può solo migliorarla, perfezionarla, portarla a compimento.
Nelle opere di Caiaferri , gli esiti dell’esercizio della pittura dal vero, la chiarezza e la rapidità d’esecuzione e compositiva sono infatti magistrali.
Per vicende biografiche la rapidità è stata anche, per Caiaferri, una necessità, per esempio nella figura: i modelli viventi, disponibili per un tempo limitato richiedevano immediatezza e sicurezza nella rappresentazione. Sorprende la felicità degli esiti, la freschezza di opere realizzate quasi all’istante.
Pittura dal vero e qualità compositiva sono infine elevate a un grado molto alto dalla maestria nell’uso del colore.
E’ il blu la dominante dell’armonia cromatica di Caiaferri. Il Blu di Prussia.
Sulle mille sfumature di blu, un blu particolarissimo, che va osservato con attenzione, di cui ci si dovrebbe «impregnare» per poter entrare nel mood compositivo di Caiaferri, trovano ospitalità note rosse, gialle, certi arancioni, rosa, rosso ruggine e bordeaux «atmosferici», preziosi e veramente armonici.
Piace qui evidenziare che per l’uso speciale del blu, in Caiaferri non vi è quasi soluzione di continuità con i verdi, quasi anch’essi – all’uso antico (pompeiano) o orientale (giapponese) – fossero sfumature di quel solo e identico colore, chiave della composizione.
In Caiaferri infine è viva la lezione di una cultura raffinata, acquisita studiando e costantemente arricchita nelle varie vicende dell’esistenza.
La fedeltà di Caiaferri all’arte figurativa, alla verosimiglianza si apparenta compositivamente a certe esperienze cezanniane o rimanda alle modalità cromatiche di Vallotton per esempio o a costruzioni del corpo pienamente e felicemente novecentesche.
La mostra che qui si presenta è un doveroso riconoscimento alle qualità artistiche e pittoriche di Caiaferri di cui si è cercato di dare notizia, nel rispetto della riservatezza dell’autrice; è anche un modo per conservare e tramandare uno stile di vita e lavoro, serio, tenace, sereno e appagante di cui sono testimonianza gli esiti più che felici di molti quadri, acquerelli e disegni. E’ un patrimonio che merita di essere conosciuto e approfondito: un esempio di un’eredità e un destino, riconosciuti, accettati e pienamente vissuti nel solco della migliore tradizione formativa dell’arte italiana.